Sto preparando un libro di racconti.
Ha a che fare con la follia, con le disfunzioni della vita quotidiana, con i manicomi che, a volte, ci sembra di abitare senza capirne il perchĂŠ e con i sogni che non siamo ancora riusciti a realizzare. Parlo di quei sogni che causano vibrazioni sotto alle piante dei piedi, che aprono spaccature nella nostra pelle, e arrivano a insediare radici nella parte piĂš protetta e nascosta di noi stessi. Ecco, sono racconti che tentano di misurarsi umilmente con le nostre potenzialitĂ di esseri umani. Non spiegano nulla, semplicemente provano a mostrare come i nostri sogni folli possano trasformare le radici piantate dentro di noi, nello stomaco e nel cervello, in rami di quercia che ci scorrono addosso, sulla pelle. E perchĂŠ questo avvenga ho capito che bisogna fare la cosa piĂš semplice di tutte: innaffiarli ogni giorno con acqua, aria, notte e luce. Del mio sogno, per esempio, me ne sto prendendo cura proprio adesso. Riguarda questo libro di cui vi sto parlando. Vorrei che le sue storie fossero in grado di raccontare come le foglie che abitano i rami del nostro organismo possano, in realtĂ , continuare a godere del vento, integrare ossigeno e pulsare di vita spargendo la loro linfa vitale fuori dal nostro corpo, anche quando si staccano da noi, popolando il mondo. (Lâillustrazione su taccuino è di Raquel in Dreams).